MARIELLA GENTILE | Architect
RICERCA-AZIONE (WINNER)

CANDIDATURA AL  “PROGETTO PROFESSIONALITÀ IVANO BECCHI” – FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI LOMBARDIA

< Il Progetto Professionalità Ivano Becchi è una iniziativa che consente a giovani brillanti e motivati, già inseriti nel mondo del lavoro, di migliorare le proprie conoscenze e competenze attraverso esperienze professionali in aziende, istituti di ricerca, enti ed organizzazioni d’eccellenza in ogni parte del mondo. >

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Estratto dalla Proposta di Progetto “Margini. Esperienze di periferia”

Descrizione degli obiettivi generali del progetto

Il progetto di ricerca Margini. Esperienze di periferia vuole fare esperienza diretta della progettazione architettonica nelle periferie urbane marginali di Lisbona, in Portogallo. Una ricerca-azione che non si limita alla pura analisi dei contesti e alle possibili soluzioni su carta, ma che vuole spingersi oltre per capire realmente come interagire nelle periferie urbane delle città, cercando un contatto diretto con chi abita quei luoghi, attraverso un’analisi documentale-fotografica-sociologica che riveli le possibili soluzioni abitative applicabili a condizioni di vita precarie, ai limiti della povertà, dove spesso anche i servizi urbani primari non sono garantiti, creando inevitabili condizioni di illegalità, insicurezza e violenza sociale.

Una ricerca-azione che cerca risposte a possibili domande che indagano la natura degli spazi e dei suoi abitanti, dei responsabili dei processi di rigenerazione e delle possibili azioni che promuovono una riqualificazione dal basso.

Domande che si interrogano sulle realtà formali e informali coinvolte nei progetti di riqualificazione urbana che si sviluppano nelle periferie, con i suoi cittadini, le associazioni locali governative e le istituzioni private, gli enti nazionali e internazionali, cercando di capire in che percentuale ognuno di questi organismi è responsabile di questa progettualità urbana e come vengono chiamati all’azione. Questioni, quindi, che riguardano le metodologie operative dei progetti di rigenerazione urbana per riuscire a capire come impostare un dialogo con le comunità locali, aprendosi alla conoscenza reale del loro background culturale e del loro stato di vita quotidiano.

Questioni metodologiche che innescano domande su quali sono gli strumenti per generare gli stessi processi di riqualificazione nel senso più ampio di questa espressione, chiedendosi se basta sperare nel sostegno di bandi europei-nazionali-locali o si può immaginare di sollevare l’attenzione dei Comuni sull’emergenza abitativa con azioni autogestite da una cittadinanza attiva che partecipa alla progettazione attraverso il learning by doing, sviluppando altre occasioni occupazionali e di professionalità alternative che possono rappresentare – nel futuro – acceleratori di sviluppo locale. E’ quindi pensabile capovolgere il sistema di riqualificazione urbano ordinario, aderente alle prassi lente e consolidate del sistema governativo? E’ possibile immaginare una riattivazione urbana anche ed attraverso azioni creative dove l’arte pubblica, fondamentale strumento di espressione comunitaria, possa diventare volano per una nuova economia? E parlando di arte, lo spazio pubblico, inteso come comune spazio di incontro e di scambio, come viene concepito in queste realtà dove le condizioni abitative sono precarie? Lo spazio pubblico può essere considerato come spazio ricco di potenzialità per far fronte all’emarginazione e alle fragilità sociali che caratterizzano questi  luoghi o, nella città spontanea, i vuoti urbani sono letteralmente spazi di risulta senza un reale valore sociale, senza una possibilità di metamorfosi propria, interna, autonoma nel rispetto delle sue differenze sociali, di habitat autogestito?

L’obiettivo della mia ricerca tenderà a rispondere a queste e a tante altre domande che nasceranno in itinere al percorso di ricerca-azione, per arrivare ad una consapevolezza del tessuto urbano e sociale in cui mi calerò e trarne una metodologia generale da applicare in contesti simili. Quindi l’analisi sul campo dello spazio urbano di riferimento assume una rilevanza determinante per il progetto di ricerca-azione “Margini”, che vuole partire da un riscontro diretto dell’habitat analizzato nelle sue componenti variabili e variegate, per trasformarsi in caso-studio capace di diventare modello di operatività metodologica, sia per le fasi di analisi che di progetto, in aree urbane periferiche e marginali del sud del mondo che mostrano segni evidenti di insostenibilità ambientale e sociale per il territorio in cui risiedono.

Descrizioni delle attività che si intende svolgere durante il percorso

Il progetto architettonico nelle periferie metropolitane costruite nei contesti del sud del mondo (in questo caso specifico ci riferiamo al bacino mediterraneo per tradizione costruttiva) richiede un approccio disciplinare complesso, perché le variabili concettuali che precedono ogni possibile azione progettuale non offrono soluzioni immediate, visto il contesto di riferimento socialmente-paesaggisticamente-architettonicamente indefinito e variegato, spesso realizzato in assenze di regole urbane, dove prevale un approccio di auto-progettazione da parte degli abitanti di queste aree urbane marginali, fondamentalmente poveri e socialmente emarginati, attori della città diffusa senza caratteri morfologici identitari.

Primo caso studio

In queste frange periferiche si colloca il mio progetto di ricerca-azione “Margini”, che mi porterà a collaborare con lo studio di architettura Ateliermob di Lisbona, seguendo gli sviluppi del progetto “Working with 99%”.

Secondo caso studio

Il secondo caso di studio del progetto “Margini” appartiene allo sviluppo dei progetti comunitari per il quartiere chiamato Terras do Lelo Martins nel territorio di Costa da Caparica, a sud di Lisbona, un quartiere costituito da baracche precarie, senza acqua né servizi igienici, abitato da zingari portoghesi, capoverdiani e brasiliani. In questo contesto di estrema marginalità è già stata progettata e costruita nel 2013 la “Cucina Comune di Terra della Costa” avviando un processo di riqualificazione dal basso, grazie allo stanziamento di un finanziamento della Fondazione Gulbenkian – Portugal.

 

Risultati Attesi dei due casi studio presentati e Ricadute nel Contesto fisico di riferimento

La verifica sul campo dei dati proposti nell’analisi, dovrebbe generare delle metodologie ripetibili anche in altri casi di studio, presenti nelle aree del sud del mondo, con condizioni ambientali-sociali-architettoniche simili; partendo da questi presupposti i risultati attesi della ricerca avviata sono i seguenti:

  • Mappatura fisica delle aree interessate, partendo dalla documentazione disponibile in loco e ampliandola durante il progetto di ricerca. Da un punto di vista prettamente urbanistico, si individuerà il tessuto urbano di riferimento con le sue infrastrutture, i suoi servizi per la collettività, gli spazi pubblici e quelli privati, le aree verdi e le zone di risulta, particolari punti strategici o aree che necessitano una valorizzazione ambientale, per avere un quadro specifico del territorio su cui si lavorerà.
  • Costruzione di un modello di analisi degli habitat tipologici autocostruiti e della loro sostenibilità ambientale. Risultato ultimo sarà la compilazione di un manuale dell’architettura spontanea in territori disagiati che documenta le tecniche costruttive e i materiali utilizzati in condizioni urbane precarie.
  • Mappatura sociale attraverso l’analisi delle reti sociali, per capire l’influenza delle relazioni sul comportamento collettivo, che avrà come esito l’individuazione di vincoli o opportunità sociali e di sviluppo della comunità, anche economico, attraverso i dati emergenti dalle relazioni tra i soggetti. Si catalogheranno gli attori sociali e le relazioni definite tra tali attori che generano le strutture relazionali e che determinano il contesto nel quale si muove l’insieme di attori creatori del contesto di riferimento, materiali e immateriali. Si individueranno “i soggetti, i nodi e le relazioni” che consentiranno di definire la “mappa” della rete.
  • Costruzione di un catalogo di interviste che rappresenterà il materiale di ricerca su cui lavorare: età, sesso, famiglia, occupazione o attività lavorativa, aspirazioni e altre informazioni, verranno mappate per creare un archivio conoscitivo del luogo e dei suoi abitanti.