architetto = interfaccia utente
Nel lessico informatico l’interfaccia è: un componente o un circuito parte di un qualche sottosistema che comunica con altri sottosistemi tramite l’invio e la ricezione di segnali.
L’interfaccia è quel componente, fisico o logico, che permette a due o più sistemi elettronici di comunicare e interagire tra loro, cosa che spesso non è possibile a causa della diversa natura o realizzazione dei sistemi stessi, o per il semplice fatto che il progetto iniziale non prevedeva questa possibilità.
Interfacciare vuol dire quindi collegare due o più dispositivi eterogenei, in modo da permettere uno scambio di informazioni, seguendo un formato standard che consenta lo scambio di dati.
Dal punto di vista fisico, un’interfaccia è caratterizzata da un canale di trasmissione identificato da un mezzo trasmissivo (es. cavo), due connettori e due porte o slot poste agli estremi della trasmissione e, dal punto di vista logico, da una modalità di trasmissione che può essere di tipo seriale e parallelo. Il caso tipico è quello del collegamento tra loro delle apparecchiature elettroniche come ad esempio le componenti interne ed esterne (periferiche) del computer.
(fonte Wikipedia)
Siamo abituati, quindi, a sentir utilizzare il termine interfaccia in campo elettronico o informatico,
Ma se guardiamo con un altro occhio queste definizioni, noi architetti non siamo altro che un’interfaccia che si pone tra un luogo e chi lo abita. Siamo quel componente che permette a due sistemi di comunicare tra loro…o meglio, dovremmo essere in grado di fare ciò.
11 Febbraio 2015 | Filed under Research and tagged with architettura, dinamiche sociali, progetto.
Tag: architettura, dinamiche sociali, progetto
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