SPAZI MINIMI ABITATIVI
Oggi come non mai il concetto di casa sta cambiando radicalmente. Non abbiamo solo più una casa stabile, ma varie case temporanee che ci seguono nei nostri nomadismi tipici dell’epoca in cui viviamo. Iniziamo a spostarci per studio, poi per lavoro e in questa vita mutevole la casa deve essere flessibile e leggera.
Come suggerisce Roberto Bologna “la progettazione dello spazio abitativo diventa anche progettazione della precarietà; pone la questione del riconoscimento della molteplicità dell’abitare e delle consequenziali diverse interazioni che lo spazio è in grado di instaurare con gli elementi con cui si relaziona. Prefabbricazione, modularità, leggerezza, trasportabilità, flessibilità diventano allora le parole chiave di un nuovo stile di vita, quello dell’abitare temporaneo, le cui diverse modalità di realizzazione sono rappresentate dalla casa container, la casa prefabbricata, o i sistemi modulari di costruzione”.
La società liquida di Bauman rende la vita liquida che prende forma nel contenitore in cui si raccoglie. C’è un bisogno urgente quindi di ripensare l’abitare e di ridisegnarne i contorni. C’è una contemporanea tendenza ad adottare architetture mobili, flessibili ed effimere per le temporanee permanenze.
“E’ il caso delle architetture espositive, delle installazioni temporanee, [ ..] delle case destinate a categorie sociali o lavorative “instabili” o “nomadiche”, delle case per vacanze concepite anche in risposta a forme di turismo sostenibile. E’ il caso, notevole e – purtroppo – sempre più ricorrente, delle abitazioni per l’emergenza conseguente al verificarsi di eventi disastrosi naturali o antropici”
In Giappone questa non è una eccezione. La tiny house molto spesso è una risposta economica per i giovani lavoratori che la incontrano a prezzi di affitto più accessibili. Sono case anche solo di 8 metri quadrati dove, nei casi più comuni, ha tutto l’aspetto di un corridoio con l’entrata e il balconcino o finestra a chiudere, sulla stessa linea. Qui gli spazi devono essere necessariamente flessibili e ottimizzati al meglio. Nell’ingresso di solito incontri storage per organizzare le tue cose, dal cibo agli oggetti in genere. In alcuni casi puoi avere anche una lavatrice proprio qui, se sei fortunato. Continua con la cucina, uno due fuochi, il lavandino e ripiani dove conservare tutto il necessario per cucinare. Il bagno è il locale più interessante: spesso trovi soluzioni da “camper” in cui il wc è a scomparsa sono al lavandino, o ancora, soluzione molto sostenibile, in cui l’acqua che usi per il lavandino cade nella cassetta del bagno…geniale! La casa finisce con l’ultimo spazio in cui si trova il letto, il frigo, un micro tavolo e qualche mobiletto per tenere tutto al suo posto. Come si piò supporre, questa area è dedicata a varie funzioni: mangiare, dormire, studiare, lavorare, rilassarsi….Se vuoi avere più spazio, usi un futon che puoi arrotolare e mettere via quando non lo usi. in alcuni casi, il materasso si piò trovare su un mini soppalco che copre in parte tutta casa.
Ci sono alcuni che invece preferiscono una vita del tutto nomade e si costruiscono una casa sulle ruote. É il caso della “Van life“, uno stile di vita alternativo che abbandona i confort di una casa per abbracciare la semplicità del vivere viaggiando. Non sono camper prodotti da fabbrica, ma sono furgoni riadattati a autocaravan con chi più chi meno accessori per semplificarti la vita.
Ora anche la famosa piattaforma Airbnb sembra si sia adattata a queste nuove esigenze e proponga le cosiddette “esperienze” in case particolari come yurte, case sull’albero o in tubi di cemento, ecocubi e quant’altro.
Insomma sfatiamo il mito che piccolo è precario! Anzi, tutt’altro….piccolo è smart.
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